Nel pieno dell’emergenza dovuta alla diffusione del virus SARS-CoV-2 l’Italia si è trovata di fronte ad una drammatica carenza di mascherine chirurgiche per proteggere il personale sanitario (e anche far sì che esso non diventi fonte di diffusione del virus). La carenza è drammatica anche per la popolazione generale, come dimostra la diffusione (peraltro a prezzi esorbitanti) di prodotti la cui efficacia non è mai stata testata.
Per sopperire alla carenza di mascherine il governo ha “rilassato” le norme di protezione per gli operatori della sanità prevedendo che (art. 34, comma 3, del DL n. 9/2020): “In relazione all’emergenza di cui al presente decreto, in coerenza con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e in conformità alle attuali evidenze scientifiche, è consentito fare ricorso alle mascherine chirurgiche, quale dispositivo idoneo a proteggere gli operatori sanitari; sono utilizzabili anche mascherine prive del marchio CE previa valutazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità”.
La procedura che porta al parere dell’Istituto Superiore di Sanità prevede che (circolare del Ministero della salute DGDMF/15540/P/13/03/2020):
- la richiesta di parere dell’Istituto Superiore di Sanità deve essere inoltrata attraverso la protezione civile;
- la mascherina deve essere testata e risultare conforme allo standard EN 14683, Tipo II o IIR e allo standard ISO 10993;
- la mascherina deve essere prodotta da un’azienda che ha un sistema qualità
I dipartimenti DIMEC, DICAM e FABIT di UNIBO si sono uniti per procedere alla messa a punto di un laboratorio di test di mascherine protettive secondo gli standard EN 14683 e ISO 10993.
Donatori:
- IMA Industria Macchine Automatiche, Ozzano dell’Emilia (BO): donazione strumentazione
-Alumni IngMecMin 80/81, gruppo di laureati dell'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Ingegneri Meccanici e Minerari immatricolati nell'anno accademico 1980/81: acquisto strumentazione
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