Febbraio 2018
Coordinato dal Dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei Materiali – DICAM dell’Alma Mater, in collaborazione con le università di Parma, Ferrara, Modena-Reggio Emilia e Genova, è stato presentato il piano per il recupero della trecentesca Rocca, a cinque anni dal sisma del 2012.
Presentato il progetto di ricostruzione, restauro e miglioramento sismico della Rocca Estense di San Felice sul Panaro, a cura del Dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei Materiali – DICAM dell’Università di Bologna, in collaborazione con le Università di Parma, Ferrara, Modena-Reggio Emilia e Genova. Il Dipartimento dell’Alma Mater ha coordinato i lavori, portando a termine uno studio collettivo che ha coinvolto circa 40 tra docenti ricercatori e studenti.
“Bologna, Ferrara, Genova, Modena e Reggio Emilia, Parma: cinque eccellenze universitarie insieme per la Rocca”, l’iniziativa organizzata lo scorso 14 gennaio e che ha evidenziato la forte sinergia tra le cinque università, durante il percorso di conoscenza funzionale al restauro della Rocca. All’evento sono intervenuti Stefano Bonaccini (presidente della Regione e commissario delegato alla Ricostruzione), Enrico Cocchi (Direttore dell’Agenzia Regionale per la ricostruzione dell’Emilia Romagna), Alberto Silvestri (sindaco di San Felice sul Panaro), Carla Di Francesco (Segretario Generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo), Eva Coisson (UniPR), Giovanni Castellazzi (UniBO, promotore delle attività di coordinamento tra le 5 Università), Michele Fergnani (Direttore dei lavori dell’intervento di messa in sicurezza post-sisma), Daniele Castellazzi (RUP del Comune di San Felice sul Panaro) e Carlo Blasi (Studio Comes, progettista dell’intervento).
L’importanza dell’iniziativa è data dal valore inestimabile dell’ambizioso progetto di recupero, che interviene su di un edificio simbolo della comunità, dal punto di vista storico, testimoniale ed architettonico, divenuto, su malgrado, il simbolo della resilienza espressa dalla comunità all’indomani del terribile sisma del 2012. La “Rocca”, così chiamata nel gergo della comunità,è un prezioso esempio di architettura fortificata del XIV secolo (realizzato nel 1340) divenuto da subito e nei secoli successivi il fulcro della comunità cittadina: come spesso è accaduto per tutti i castelli del ducato Estense, l’edificio ha conosciuto diverse trasformazioni, da roccaforte militare nella seconda metà del ‘400 (e conseguenti fortificazioni) a residenza nel XVII secolo, carcere nel 1800, sino a divenire monumento nazionale su iniziativa del Comune di San Felice nei primi anni del ‘900.
Durante l’evento sismico, il mastio della Rocca, nonostante tutte le previsioni contrarie, è sopravvissuto alle terribili scosse del 20 e 29 maggio 2012, ed al successivo sciame sismico, riportando, tuttavia, lesioni strutturali gravissime, tanto che ci si è a lungo interrogati sulla fattibilità di un intervento di recupero, così come per altri tanti monumenti del territorio, oggi perduti. Da qui l’idea, del tutto innovativa e sperimentale, di porre in sinergia le risorse provenienti dalla pubblica amministrazione con quelle dell’Università di Ingegneria.
L’edificio ha richiesto infatti uno studio coordinato di carattere multidisciplinare: la Rocca è un caso di studio unico al mondo in quanto fortemente danneggiata dal sisma emiliano del 2012 ma sopravvissuta allo stesso, ha permesso di far luce su molti aspetti non ancora esplorati sul tema delle strutture fortificate. Muovendosi su un terreno pressoché vergine, il gruppo di studio ha potuto apportare innovazione, colmando le lacune metodologiche incontrate sul percorso. I risultati della ricerca saranno poi raccolti all’interno di un manuale divulgativo in italiano in due volumi, che potrà fungere da punto di riferimento per studenti e professionisti italiani, nonché un volume, in inglese, che sarà edito dalla prestigiosa casa editrice internazionale Springer.
Per il completo recupero della Rocca di San Felice sul Panaro, sono stati stimati interventi per oltre 6,6 milioni di euro. L’avvio è oggi garantito da finanziamenti per oltre un milione di euro di fondi del Commissario a cui si aggiungono quasi 360 mila euro di rimborsi assicurativi del Comune di San Felice.