“Incontri ravvicinati” col mondo invisibile alla scuola media

“Incontri ravvicinati” col mondo invisibile alla scuola media

Ragazzi di seconda media giocano con le comunità microbiche ambientali, ed esplorano la possibilità di utilizzare i batteri per un mondo più pulito e sostenibile

Pubblicato: 10 marzo 2023 | Innovazione e ricerca

Il gruppo di Biotecnologie Ambientali e Industriali del DICAM ha organizzato e realizzato un'attività didattica rivolta agli alunni di 12 anni di una scuola media del territorio bolognese (Scuola Secondaria di I grado “Mameli”, San Giovanni in Persiceto), incentrata sulla microbiologia ambientale e la valorizzazione delle comunità microbiche per il biorisanamento e la sostenibilità.

Il progetto ha coinvolto un totale di 9 classi di 20-25 alunni ciascuna (per un totale di circa 200 alunni) ed è stata svolta per fasce orarie di 2 ore di attività per classe nell'arco di 2 settimane (dal 16 al 28 febbraio 2023). Responsabile dell'organizzazione dell'attività è stata la Dott.ssa Elena Biagi, con l'assistenza del Dott. Alberto Botti, dottorando nello stesso gruppo di ricerca. L’attività divulgativa rientra tra le attività di disseminazione e comunicazione finanziate dal progetto HORIZON EUROPE CL6-2021-ZEROPOLLUTION “NYMPHE”, coordinato dal Prof. Giulio Zanaroli, che prevede lo studio e l’implementazione di nuove strategie di biorisanamento di ambienti reali contaminati basate sull’utilizzo di sistemi complessi (comunità microbiche miste, sinergie tra piante e batteri o animali e batteri), mimando la complessità degli ambienti naturali.

Il titolo dell’attività proposta alle scuole medie era “Il mondo invisibile, ricco e colorato dei batteri: un piccolo viaggio attraverso le comunità microbiche ambientali, la loro importanza per la nostra vita e come possiamo sfruttarle per un mondo più sostenibile.”

La prima parte della lezione interattiva era volta a introdurre i microrganismi come i primi, più antichi, più abbondanti, più biodiversi e più diffusi, colonizzatori del nostro pianeta. Per incuriosire gli alunni e mostrare l’incredibile biodiversità del mondo microbico sono stati mostrati esempi di batteri che abitano angoli inospitali e difficilmente raggiungibili del nostro pianeta, introducendo la capacità dei batteri di modificare aspetti visibili dei luoghi colonizzati, come il colore della neve o del fango. Ciò ha permesso di introdurre la capacità dei batteri di colonizzare luoghi resi inospitali dall'attività umana, come siti inquinati da radiazioni, rifiuti di plastica o ambienti inquinati da petrolio. Per rispondere alla domanda “ma come posso studiare questi microrganismi?” i ragazzi sono stati introdotti alle tecniche di microscopia, al concetto di sequenziamento del DNA, e alla possibilità di far crescere i batteri in laboratorio per sfruttarne per capacità. A un volontario per ogni classe è stato chiesto di "battere il cinque" ai compagni e di lasciare l'impronta della sua mano su una piastra microbiologica. Le piastre sono state portate in laboratorio e incubate a 37° per alcuni giorni per far crescere le colonie, quindi riportate a scuola per consentire agli studenti di confrontare i "microbiomi della mano di classe". Poi gli alunni sono stati introdotti al concetto di "microcosmo" ed ogni classe è stata invitata a costruire la propria Colonna di Winogradsky, un microcosmo in cui la crescita batterica negli strati di fango e acqua è osservabile come macchie e bande di colori diversi, da seguire nel laboratorio di scienze nei prossimi mesi, fino alla fine dell’anno scolastico. Alle diverse classi è stato poi chiesto se volessero “inquinare” la propria colonna, utilizzando o composti a base di metalli (solfato di ferro), nitrato di ammonio (simulando contaminazione da fertilizzanti agricoli), frammenti di MaterBi da un sacchetto biodegradabile (simulando la dispersione ambientale di bioplastiche), o paraffina (simulando una “fuoriuscita di petrolio” sullo stagno). Al termine dell’attività pratica una discussione finale è stata dedicata all'introduzione del concetto di biorisanamento e a una semplice spiegazione degli obiettivi del progetto NYMPHE, spiegando che i batteri non solo possono sopravvivere in condizioni proibitive, ma possono anche eseguire la rimozione o la trasformazione degli inquinanti utilizzando gli inquinanti stessi come fonte nutritiva. Gli studenti si sono mostrati entusiasti e divertiti dalle attività pratiche, ma anche partecipi e sensibili al concetto di inquinamento e nei confronti della possibilità di utilizzare le biotecnologie per favorire la transizione verso un sistema più sostenibile per l’ambiente.